
15Giu, 2020
L’incendio è divampato la notte fra domenica 14 giugno e le prime ore del lunedì, al maneggio di Monticchio della famiglia D’Ettore sulla Pulsano-Lizzano al quarto chilometro. Un rogo devastante che ha distrutto due capannoni al cui interno si trovavano accatastate per tutto l’inverno, le scorte per i cavalli della scuderia. Centinaia di balle di foraggio di notevole valore commerciale oltre che di grande qualità.
Nell’incendio che data la natura del materiale è divampato con una inaudita violenza trasformando l’area situata al centro della struttura, in un inferno di fuoco, hanno rischiato di morire anche i cani di un adiacente allevamento-pensione, avvolti dai fumi intensi che si sono levati ben presto nell’area. Nessun problema per i cavalli grazie alla distanza delle scuderie e dei paddock.
Sarebbe stato lo stesso proprietario della bella struttura che ospita anche una scuola di equitazione, oltre che un’aviosuperficie, ad accorgersi dell’incendio, potendo così dare ben presto l’allarme.
L’arrivo dei vigili del fuoco della centrale di Taranto e del distaccamento di Manduria, intervenuti con due autobotti, non ha potuto avere ragione dell’incendio data la caratteristica dello stesso materiale facilmente infiammabile, balle di paglia e foraggio che è sin troppo facile bruciare.
E proprio da qui parte l’indagine affidata ai carabinieri, ma sostenuta dagli attenti rilievi effettuati dai vigili del fuoco. Qualcuno nel cuore della notte, apparirebbe questa l’ipotesi più accreditata, avrebbe dato fuoco alle due strutture con il chiaro intento di distruggere le scorte e mettere in difficoltà lo stesso maneggio. Appare difficile infatti, anche se saranno i rilievi dei vigili del fuoco a stabilirlo, immaginare che si sia trattato di un fenomeno di autocombustione. Nelle immediate vicinanze non c’è neppure una linea elettrica, sì da pensare a qualche altra eventualità che non sia di natura dolosa.
Un duro colpo per une bella struttura, che riesce a produrre in proprio il foraggio per il sostentamento dei cavalli ospitati nelle scuderie, offrendo una indubbia qualità.
Ma nel giro di pochi minuti il raccolto, ma anche i sacrifici di un intero anno di lavoro, sono stati vanificati, Da chi e perchè, toccherà ai carabinieri stabilirlo, tenendo conto che la crisi legata al Covid, e la necessità per la delinquenza comune di reperire denaro, potrebbe aver solleticato vecchi appetiti. Così come non si potrebbe escludere qualche altro tipo di ritorsione in un territorio, a cavallo fra Pulsano e Lizzano (anche se il maneggio ricade nell’isola amministrativa di Taranto), sempre in fibrillazione.
Tante ipotesi e un’unica certezza: un danno economico non di poco conto, per chi gestisce la struttura, mentre un’ombra si allunga su un centro nato per il tempo libero e lo svago che esaurita la fase uno e la fase due del Covid, offre una ricca proposta alla vita all’aria aperta in un paesaggio naturale, bello come pochi.
a cura di Redazione Puglia a Cavallo