
16Nov, 2019
“Una delle più emozionanti escursioni a cavallo … in cui scoprii fantastici scenari all’interno del Parco “Costa d’Otranto-S.Maria di Leuca e Bosco di Tricase”, in cui ogni passo, era una ricchezza per l’anima e lo spirito… è certamente questo il modo più bello per ricordare a due anni dalla sua scomparsa, una delle persone “più semplici”, ma anche “più grandi” che il mondo dei cavalli e dell’equitazione in Puglia, abbia avuto. Si tratta di Leuccio Pellè, “U Pelle” come veniva chiamato dagli amici, che amava condurre i suoi amici alla scoperta delle bellezze del Salento, partendo dalla sua casa a San Cesario di Lecce. Fu’ proprio Leuccio insieme alla sua compagna Annarita Liaci a farmi conoscere uno spaccato di Puglia tanto bello da togliere il fiato.
Con lui e altri amici attraversammo Otranto, in sella ai suoi instancabili cavalli, percorrendo l’antico tracciato della Via Francigena del Sud, strada che congiungeva Otranto a Torre Sant’ Emiliano (una delle Torri fortificate che aveva funzioni difensive come tutte le Torri costiere) a metà strada tra Punta Palascia e Porto Badisco. Attraversammo la Masseria fortificata del 1500 Cippano, purtroppo sempre più in grave stato di abbandono, proseguendo in sella verso le rovine dell’antica Abbazia di San Nicola di Casole, un tempo luogo di preghiera e fucina creativa dei basiliani.
Un lungo tragitto immersi totalmente nel verde tra antichi tratturi e zone rurali, mute testimonianze storiche, di grande fascino, circondati dalla steppa mediterranea e da un paesaggio carsico fatto di grotte e cavità, ricco di storia e di leggende antiche, portò come d’incanto in uno spaccato che certamente è tra le perle della Puglia, tutto è di colore rosso,, si tratta del Laghetto nella ex Cava di Bauxite, scoperta negli anni 40 attiva dal 1960 al 1976. Qui la bauxite estratta, veniva lavata e imbarcata dal Porto di Otranto in direzione Marghera. Dopo che la cava fu dismessa nel 1976, un piccolo lago di diametro pari a circa 100 metri e profondità di circa 25 metri si è formato in seguito alla presenza di una falda freatica superficiale.
Continuando, qui scoprimmo, ma chiaramente, lui, il Pellè ne era ben al corrente, la fantastica Baia delle Orte, la più selvaggia tra le baie otrantine, proprio alle spalle del porto di Otranto, un luogo di suggestiva bellezza, in cui il blu cristallino del mare si miscela al verde splendente della vegetazione e al rosso ocra del terreno ricco di bauxite: la Baia delle Orte.
L’itinerario continuava fino a Torre del Serpe e Grotta Palombara, dove finalmente piede a terra e con i cavalli al pascolo si potè godere di una sosta semplice con pane casereccio, soppressata e provolone piccante. Luccio, io, lo voglio ricordare così, con quel giorno fantastico e la bellezza negli occhi.
Mi piace proporlo questo itinerario perché è un itinerario senza tempo, di una Puglia che ha tanto da offrire, che lascia nel cuore una ricchezza che nessun orpello potrà mai eguagliare.