
24Apr, 2020
AD OGGI HANNO PERCORSO A PIEDI OLTRE 10,000 chilometri .
E’ una bella storia quella di cui vi parliamo. O meglio è una storia che, forse, proprio in questo momento in cui tutti siamo stati stoppati nel correre della vita frenetica a cui siamo abituati, da un invisibile virus, che ci ha costretti a rallentare e a guardarci attorno … ha un’aurea speciale.
Già, rallentare, andare piano, guardarsi attorno e camminare. Non l’avevamo visto ancora, giacché anche Forrest Gump comunque ci aveva abituato a un Tom Hanks che correva, correva da solo, correva con un seguito. Ma correva.
Loro invece camminano lentamente, non hanno fretta, si guardano attorno, gustano il paesaggio, portano un segno di pace e di solidarietà li dove vengono accolti. Sono un bel gruppetto. Due umani, due equidi e un cane.
Gli incontri, anche quelli casuali, casuali non lo sono mai. Siamo noi che li determinato, siamo noi che ci predisponiamo a far si che avvengano. Ed è così che Helena KAGEMARK e Carlo MAGNANI funambola equilibrista svedese di professione lei, attore, spezzino, ma anche performer, assistente regia e tecnico da palcoscenico lui, incontrano i principali co-protagonisti della loro avventura. Si tratta del piccolo asino Tony, nove anni una buona dose di curiosità mista a timidezza e la “signorina” Alba Aurora, un’asina bianca che ha fatto dell’amabilità il suo mantra. Un cagnolino di nome Amapola.
Hanno attraversato mezza Europa. Si sono mossi da Sud a Nord, e da Nord a Sud. Già perché in ogni terra e in ogni luogo c’è sempre un nord e un sud e si è sempre a sud di qualcuno che è al nord. Un dato importante, quando si parla di integrazione o di accoglienza, come in questo caso. Già perché l’Accoglienza non ha confini.
Ma raccontiamo dei protagonisti del nostro racconto. Sono giunti fino a Göteborg in Svezia. Il loro viaggio era iniziato a Marzo 2016, nell’autunno erano arrivati su fino alla fredda Svezia. Una sosta di soli pochi mesi e da lì a Giugno 2017 sono ripartiti per l’Italia; un cammino che è durato circa due anni. Tappa di arrivo in Toscana. Ma la casa per chi è abituato a macinare chilometri si sa è un luogo troppo stretto. Manca la volta celeste, mancano le stelle, mancano gli spazi, manca l’aria, manca l’avventura, anche con i rischi e i pericoli. E così zaino in spalla e via di nuovo. L’obiettivo questa volta è il Sud. La Puglia, andando più a Sud possibile.
Ed è così che che al tempo del Covid i nostri protagonisti una volta giunti in Puglia e avendo iniziato il loro girovagare, hanno deciso di rimanere nella terra degli ulivi e del vino buono, prima di riprendere il cammino, quando questa grave emergenza avrà allentato la sua morsa.
Un cammino costellato da oltre 600 piantine di quercia, che simboleggia la forza, la tempra, la longevità, che Helena e Carlo come simbolo di lunga vita hanno donato nei luoghi del loro passaggio, a chi gli ha aperto le porte. . Il loro percorso, alcune volte allietato dalla tromba di Carlo o dal canto, infatti, si arricchisce di tappe in cui trovano gratuita accoglienza presso amici e conoscenti che presto diventano amici, condividendo con loro un ideale, un sentimento di armonia con la natura e con l’esistenza.
Attualmente Carlo ed Helena con i loro amici sono in provincia di Taranto a Massafra, ospiti da quaranta giorni (tutta la quarantena del Covid) di Elisa Pantaleo, medico veterinario e del Centro Ippico Cernera. Qui erano arrivati per curare Alba Aurora che aveva avuto una sobattitura, si sono fermati, complice la grande ospitalità di Elisa e della sua famiglia con cui condividono gli spazi. Un cammino quello pugliese che gli ha portati a trovare ospitalità a Oria presso il Centro Ippico Argentone, ospiti di Francesco Rosato, a Grottaglie presso l’A.s.D Ghibli di Domenica Ciracì e Francesco Lenti, a Castellana Grotte nell’Azienda Biologica Serragambetta dell’amico Antonio La Nera, presso la Comune Urupia in zona San Marzano e ancora a Crispiano nella Masseria Urbana, un ospitale per pellegrini di Marcello Carrozzo, ancora dell’ASD SEB di Valenzano a novembre 2019 dove hanno avuto accoglienza da Alessandra Gaeta e dal team del SEB. Loro di fatto sono autonomi. Se trovano una stanza accogliente chiaramente ne sono felici, altrimenti anche in pieno inverno fanno uso della loro tenda. Va detto che mai e poi mai, e in nessun caso gli asini vengono montati, neanche dai bambini quando giungono a destinazione. Perché come accade alle persone devono riposarsi. Helena e Carlo difficilmente decidono in anticipo le loro mosse, si rimettono molto alla casualità, perché – secondo il loro sentire – solo attraverso un’estrema apertura mentale possono essere in grado di cogliere la bellezza.
Si ringrazia Francesco Rosato per la documentazione fotografica